Complice di iniqua sentenza

di Aldo Badini

Aldo Schiavon e, illustre antichista di prestigio internazionale, è autore di una penetrante analisi del processo e della condanna che stanno all’origine della bimillenaria civiltà cristiana e occidentale.

Il libro Ponzio Pilato. Un enigma tra storia e memoria, sulla base delle scarse fonti storiche esistenti e degli scritti del Nuovo Testamento delinea un ritratto del quinto prefetto romano della Giudea e una presentazione della società del luogo; ma le pagine piú belle e appassionate ricostruiscono in forma di acuta indagine l’incontro tra Pilato e Gesú e propongono una originale interpretazione del drammatico interrogatorio e della conseguente sentenza.

Una ricostruzione in filigrana

La riflessione, come esplicita il sottotitolo, è condotta sul filo della memoria cristiana dell’evento tramandata dai Vangeli, ma è rielaborata con gli strumenti di una attenta lettura in filigrana, che potrebbe ricordare per qualche aspetto il manzoniano componimento misto di storia e di invenzione.

Il metodo è solo in parte quello della consueta ricerca storica, ma Schiavone percorre l’unica strada possibile: scandagliare l’origine di un fatto storico di capitale importanza quale la nascita del cristianesimo, ricorrendo alle poche fonti disponibili (appartenenti al genere letterario, per inciso), cioè i sinottici e soprattutto Giovanni, scritti con uno scopo diverso da quello di lasciare una cronaca neutra di semplici e nudi accadimenti. Se dunque è impossibile sciogliere interamente l’enigma (non fosse altro per l’inesistenza di testimonianze dirette, di atti o verbali relativi a quello che secondo l’autore non fu neppure un vero processo) non resta che affidarsi alla tradizione neotestamentaria, interrogandola, interpretandola e anche azzardando qualche plausibile spiegazione là dove neppure la memoria cristiana soccorre.

Le risposte che Schiavone ricava dalla analisi dei Vangeli – convincenti nel delineare i motivi della frattura tra la nuova setta e l’establishment politico-religioso della regione – sono altrettanto persuasive nella ricostruzione del ruolo, indiretto ma decisivo, ricoperto dalla autorità romana in occasione dell’arresto di Gesú.

Pilato doveva verosimilmente essere al corrente della volontà dei dirigenti Giudei di fermare un profeta carismatico, ed è pure probabile che avesse dato l’assenso alla sua cattura da parte delle guardie del Tempio. Se infatti gli erano indifferenti i contenuti teologici della predicazione del Maestro, non poteva essere sordo alle pressioni dei capi, il cui appoggio era fondamentale nel governo di una provincia inquieta e divisa.

Continua sul Gallo stampato… e nel seguito:

  • Timori speculari
  • La logica diversa di Gesú
  • Il fascino del racconto evangelico