Oltre le istituzioni ecclesiastiche – 1

i galli

Le chiese vuote, forse vuote ancora non del tutto in Italia, ma con evidenti segni di disaffezione, il calo nella frequenza ai sacramenti – clamoroso nella messa, nella confessione, nell’unzione dei malati, nell’ordine sacro – l’abbandono dell’abitudine alle preghiere quotidiane, e alla partecipazione alle attività che complessivamente possiamo definire parrocchiali; la pressoché totale scomparsa di riferimenti religiosi nella vita civile alimentata dalla dilagante ignoranza per cui non si ricorda nemmeno piú il significato originale di feste come Pasqua e Natale pongono domande da una parte ai sociologi, dall’altra a chi ha interessi religiosi e fede personale.

L’abbandono della cristianità

Il problema è complesso e con aspetti contradditori, perché, per esempio, la frequentazione dei santuari e i culti di santi locali – da Medjugorje a padre Pio – avvertono il calo in modo molto piú ridotto; oppure la presenza in chiesa degli uomini, dopo il crollo degli ultimi decenni, diminuisce ora piú lentamente di quella delle donne: questi fenomeni riguardano il cattolicesimo in tutti i paesi occidentali e, sostanzialmente negli stessi termini, le chiese protestanti. Un po’ diversa è la condizione del mondo ortodosso – che in molti paesi ha subito per decenni l’ostilità del potere comunista e dagli anni novanta del secolo scorso ha ritrovato dignità e libertà – e dei pentecostali soprattutto americani.

Continua sul Gallo stampato… e nel seguito:

  • Quale religiosità per il futuro?
  • C’è spazio per una cristianità evangelica?