Conflitti a bassa intensità

di Vito Capano

C’è in Europa un conflitto dimenticato, spesso definito a bassa intensità, che ha tuttavia già causato un elevato numero di vittime (oltre 10.000 tra cui molti civili) e il piú alto numero di profughi europei (oltre 1,5 milioni) dalla fine della seconda guerra mondiale. E in questi tempi di riarmo e presenza sullo scenario mondiale di personaggi inquietanti, anche conflitti periferici potrebbero diventare occasione di deflagrazioni planetarie.
Il Donbass (bacino del Donec, affluente del Don) è una ferita aperta che ancora sanguina nell’Ucraina orientale. La crisi armata è iniziata quattro anni fa fra il governo di Kiev e i separatisti filo-russi che, nella primavera del 2014, hanno unilateralmente proclamato la repubblica popolare di Doneck e la repubblica popolare di Lugansk. Mosca ha sostenuto le rivendicazioni dei separatisti con armamenti, volontari etnici e mercenari. Temporanee sospensioni dell’attività militare non allentano la tensione del conflitto che ha sempre piú travalicato la dimensione di una guerra civile assumendo i connotati di un conflitto internazionale che sconfina in una grave crisi umanitaria. Molti parlano di una guerra per interposte parti tra la Federazione Russa e l’Occidente (tra la Russia e la NATO). La dinamica del conflitto ha coinvolto anche le istituzioni religiose con profonde conseguenze sul piano della comunione ortodossa e dell’ecumenismo.

Continua sul Gallo stampato… e nel seguito:

  • La genesi del conflitto
  • Tentativi di composizione
  • La questione religiosa