un altro libro sul “Gallo”

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Luca Rolandi, Giovanni B. Varnier, Paolo Zanini (a cura di),
Dal 1946 «Il gallo» canta ancora, De Ferrari 2018, pp 168

 
Questo nuovo volume raccoglie saggi su singoli aspetti della rivista e ne analizza le vicende fino al 2018 per chiudersi con una piccola antologia di testi pubblicati in anni lontani.

«Un simpatico foglietto,» è di Eugenio Montale, genovese, questa definizione del Gallo agli albori della rivista, pubblicata nelle quattro facciate di un unico foglio, e la riferisce Stefano Verdino, critico letterario e docente all’università di Genova, nel suo contributo sul Gallo letterario. L’interesse letterario era quasi prevalente nei primi anni della rivista che aveva in redazione poeti come Angelo Barile e il cappuccino Gherardo Del Colle, e lo stesso fondatore Nando Fabro pubblicava poesie sue. Nella lunga storia il mensile ha molto ridimensionato il suo aspetto letterario, ma non lo ha mai abbandonato e ancora oggi pubblica poesie e articoli di riflessione letteraria.

L’attenzione del Gallo per il cinema è illustrata nel saggio di Cristina Monti e Tomaso Subini: un argomento di fatto trascurato sia negli scritti sia nei convegni che si sono occupati della rivista, eppure, pur con frequenza diversa, presente negli anni fino a oggi. Il saggio di Monti e Subini si occupa essenzialmente degli anni sessanta in cui non solo si scriveva su alcune opere, ma si discuteva della politica cinematografica e dell’utilizzo del cinema per orientare il pensiero.

Gli altri tre saggi che costituiscono il libro sono a firma di storici. Giovanni Varnier, storico e docente all’università di Genova, indaga sulla formazione della religiosità del Gallo nella storia del cattolicesimo genovese, mettendo in luce da una parte la ricerca di comportamenti coerenti con il professato radicalismo evangelico, dall’altra un fermo rifiuto del clericalismo, con deferenza critica per l’autorità religiosa.

Paolo Zanini, ricercatore di storia contemporanea presso l’università di Milano, e riconosciuto storico ufficiale del gruppo e della rivista genovese, offre un’analisi mirata del pluralismo nel pensiero del Gallo. Se Cristo accettava posizioni diverse, anche modi diversi di esprimere la fede in lui, se addirittura la sua rivelazione ci giunge attraverso quattro diverse fonti, la pretesa di una dottrina monolitica autoritaria si muove in un’altra direzione. Dunque il pluralismo non solo è sostenibile, ma autenticamente cristiano, in politica come nella chiesa, fino a rendere lecite chiese parallele. Questi temi in anni preconciliari erano davvero di dirompente avanguardia.

Luca Rolandi, giornalista e saggista, autore di studi  sulo movimento cattolico, affronta la storia degli ultimi decenni della rivista, dal concilio a oggi, quella piú lunga, e meno decifrabile segnata da molti cambiamenti nella società e nella chiesa, dal sessantotto alla caduta del muro di Berlino, alla globalizzazione, all’informatizzazione, al pontificato di Francesco.

Anna Molina Romanzi, vicina di casa dei Fabro prima ancora della pubblicazione della rivista, sottollinea come «Il Signor Fabro» fosse  «per noi ragazzi» un prezioso riferimento, aggiungendo il ricordo commosso per il dono con dedica di Fabro alla madre Cecilia del Discorso alla Gioventú tedesca 1945, pronunciato a Monaco da Ernst Wiechert (1887-1950) e pubblicato nel 1954 nella traduzione di Katy Canevaro e con una introduzione dello stesso Fabro.

Ricco di osservazioni e commosso il saggio di Carlo Carozzo, l’anima del Gallo dal 1980, quando ne assume la direzione, ma anche da prima insieme a Fabro, che illumina aspetti particolari della lunga storia, ma si sofferma in particolare sulla pubblicazione dei quaderni monografici.

Nel 2010 il passaggio delle consegne: «Una lunga amicizia quella con Ugo, che non sempre si è snodata con identità di vedute, ma che è sempre stata animata da una reciproca stima e consapevolezza, sul fatto che il nostro fragile guscio è pur sempre qualcosa per cui vale la pena impegnarsi per dare il nostro contributo alla realizzazione del bene di tutti e di ognuno».

Restano gli anni del direttore milanese, e le speranze di futuro…

Infine, la parte dedicata alle Testimonianze raccogliecon il linguaggio dei diversi autori,  una piccola antologia di testi a cui segue un mazzetto di altri documenti, riportati nella forma originale con cui sono conservati in archivio: talvolta anche la grafia e l’intestazione offrono indicazioni.