Sì o no con consapevolezza

di Ugo Basso

Quando questo quaderno sarà fra le mani dei lettori, le campagne elettorali per il referendum costituzionale e per le elezioni regionali saranno nel pieno svolgimento, salvo rinvii intervenuti, come già accaduto, per ragioni non prevedibili mentre scrivo. É ormai ben chiaro che il referendum costituzionale, confermativo, non prevede quorum, a differenza quindi dalla gran parte di quelli a cui siamo stati chiamati in passato: chiederà agli elettori se approvino la riforma votata nei termini costituzionali – maggioranza assoluta in doppia lettura in entrambe le camere a distanza di mesi, per consentire ripensamenti – che riduce il numero dei deputati da 630 a 400 e dei senatori da 315 a 200, a cui si aggiungono gli ex presidenti della repubblica e fino a cinque cittadini illustri nominati a vita dal presidente della repubblica.
Per scelta dei costituenti, la nostra repubblica è parlamentare, riconosce cioè nel parlamento – articolato in due rami – l’organo principale della rappresentanza popolare e gli affida il compito di approvare le leggi, di approvare l’operato del governo nel suo complesso attraverso il voto di fiducia, e nei singoli provvedimenti, di eleggere il capo dello stato. Come ben noto, i costituenti non inseriscono nella carta fondamentale una legge elettorale – i meccanismi con cui si svolgono le elezioni e si attribuiscono i seggi –, ma, al fine di garantire una rappresentanza ampia su tutto il territorio nazionale con la possibilità di un contatto tra gli elettori e gli eletti, avvertono la necessità di un numero ampio di rappresentanti nelle cifre che abbiamo visto. Un numero fra i piú alti delle democrazie del mondo.

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