Mio Dio, perché mi hai abbandonato?

di Giuseppe Florio

Veramente tu sei un Dio nascosto, Dio d’Israele, salvatore.
Isaia 45, 15

Proprio questo salmo che, secondo il racconto di Marco (15, 34) e di Matteo (27, 46) Gesú stesso invocò sulla croce, è la grande preghiera della comunità cristiana nel Venerdí santo.
Sí, il Venerdí santo è il giorno della nudità della vittima, il giorno dell’abisso di umiliazione inflitto a un giusto, a un innocente. Forse abbiamo qui un punto da non dimenticare e da sviluppare quando pensiamo al Cristianesimo del futuro, in un mondo cosí secolarizzato come il nostro. A noi è stato chiesto di accostarci al grande problema del male proprio a partire dalla compassione che ci colloca dalla parte della vittima. Una vocazione non da poco che ci libera da religiosità effimere.
Abbiamo alle spalle un secolo segnato anche dalla violenza quanto mai disumana. Milioni di vittime in tutti i continenti. Possiamo cominciare dal genocidio armeno (1915-16), la shoah (1939-45), le deportazioni staliniane (1940-1953), lo sterminio cambogiano (1975-79) e iracheno (1987-88), la guerra in Bosnia (1992-95), il genocidio dei tutsi in Ruanda (1994) … e, ahimè, questa lista infernale potrebbe continuare. La crudeltà del male ha imperversato su milioni di vittime innocenti. Poi c’è, ad esempio, la violenza che potremmo chiamare quotidiana. Solo in Italia dal 2000 al 2020 sono state uccise circa 3.350 donne (la violenza di genere). Sempre e solo nel 2020, 4277 cristiani sono stati arrestati e incarcerati senza processo; 4488 chiese sono state distrutte o chiuse.

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