Una struttura inaffidabile – 1
di Ugo Basso
Alessandro Manzoni, un credente appassionato e critico nei confronti della chiesa di cui pure non si vergognava di dichiararsi «rispettoso figlio». Ricordo che, senatore del regno dal 1860 «per aver onorato la Patria» – tutti i membri del senato erano nominati dal re –, vota a favore del trasferimento della capitale da Firenze a Roma quando la città era ancora capoluogo dello stato pontificio. Non accetta neppure la disposizione di dimettersi imposta da Pio IX ai senatori cattolici dopo essere stato costretto a lasciare il Quirinale in seguito alla proclamazione di Roma capitale del regno unificato: rimanere membri del principale organo legislativo di uno stato considerato usurpatore significava in qualche modo riconoscerne la legittimità. Anni fa, in un incontro personale, Giancarlo Vigorelli, uno studioso cattolico del Manzoni, mi raccontava che lo scrittore aveva declinato un invito di Pio IX, oggi agli onori degli altari, a un ricevimento personale, affermando che non intendeva recarsi alla corte pontificia «perché non vorrei farmi luterano».
Continua sul Gallo stampato… e nel seguito:
- Ottimista o pessimista?
- Il coraggio uno non se lo può dare
- La sventurata rispose
- Due podestà, due canizie