2021 ottobre

L’evoluzione della nostra mentalità e struttura culturale, nella fedeltà alla propria vocazione piú verace e profonda, costituisce l’ossimoro esistenziale (fedeltà e rinnovamento) con cui dobbiamo confrontarci nel quotidiano e nell’interezza della vita. Sono poi le stesse problematiche affrontate dagli Amici e Maestri, quasi si trovassero sempre fra «due fuochi», fuochi entro i quali pensava e agiva il cristiano Nando Fabro, del Gallo fondatore e guida. Il riproporsi di domande spesso uguali – come se le posero i compagni di ventura d’allora, oltre a Fabro, Fabbretti, Guardini, Turoldo, Zarri e Bianchi; Maritain, Mauriac, Guitton, fino a Jossua, Balletto e Carozzo – torna a interrogare noi oggi, se pure sotto forme e sollecitazioni apparentemente diverse.
Consci e fieri dell’impegno che comporta il discernimento fra valori e ruoli – nelle diversità insuperabili – ci pare di poter offrire, nella nostra presenza, un luogo mentale e fisico di confronto, là dove lo scontro è spesso incivile e sleale, iniquo esercizio di poteri e privilegi. Nella Città e ben piú nel Mondo a cui apparteniamo intendiamo tenere aperta l’accoglienza e lo scambio. Per offrire voce a chi non ha voce, visibilità a chi diventa ingiustamente sempre piú invisibile, insistiamo ad affidarci ai valori universali derivanti da diritti/doveri partecipati.
Insieme non dimentichiamo gli strumenti ideali della bellezza delle e nelle arti. Se pure non artisti – ma qualcuno nella nostra storia lo è anche stato –, non rinunciamo alla poesia e nel bisogno di esprimere un pensiero appena elementare, non escludiamo una spiritualità profonda, magari aliena da ambiziosa ascesi o garanzia confessionale. Non necessariamente da cercarsi nell’unanimità d’una religione, se pure in tante di esse sincere vocazioni e fruttuose esperienze siano proposte e realizzate.
Ci resta una forte nostalgia del futuro, fedeltà a utopie mai attuate e pertanto da verificare con una pazienza che ci auguriamo decisa e tenace. Niente di meno ci sentiamo di testimoniare una passione… d’amore: per la terra e per tutti i suoi abitanti.
Il silenzio e l’esperienza interiore crediamo anch’essi cultura incarnata, da alimentare. La fede, se c’è, serve a vedere, riconoscere il gesto gratuito, il frutto di comunione in cui la sapienza (conoscenza oltre la cultura) verifica i suoi esiti forse migliori, certo misteriosi. Le certezze maggiori, come i dubbi piú inquietanti, riposano su «fondamenti invisibili», come suggerisce un Poeta amico, sensibilissimo alla trasformazione agente al fuoco d’una controversia senza fine. Quella trasformazione, ora invocata ora deprecata, la viviamo in forma cosí intensa e grandiosa quale tipica della nostra epoca. Ci si presenta però una prospettiva inquietante per la quale pochissimi poteri personali ed economici decidono in concreto nella totalità, sottraendo giudizio e scelta all’avvenire delle moltitudini.
Quanto alla tradizione a cui apparteniamo, la sentiamo coniugabile al futuro nelle generazioni che seguono. Pensiamo che dalle mitologie antiche abbiamo ancora molto da imparare, poiché fonte originale di nozioni e simboli insuperati. Per questo sapere sintetico proveremo a chiedere aiuto alle tecnologie anche piú avanzate. Sfida e avventura che certo non contiamo di adempiere subito e appieno, ma di potere vedere almeno avviate.

i Galli