Fedeli e coraggiose

Eretiche
di Rosa Elisa Giangoia

Chi sono le eretiche? Sono le donne che, nel corso della storia, a partire dai primi secoli del cristianesimo, hanno fatto una scelta, hanno cioè preso la decisione di seguire un’opinione o una dottrina diversa da quella ufficiale imposta dalla Chiesa nel suo interno e che per questo sono state emarginate, allontanate dalla Chiesa e sovente punite, anche pesantemente, dagli uomini che si sono autoproclamati detentori dell’ortodossia, talvolta pur essendo su posizioni lontane da quelle dei Vangeli, a cui certe esperienze di dissenso si rifacevano con fedeltà.
Le ultime, quelle piú vicine a noi nel tempo, sono state quel gruppo di donne cattoliche a cui il 29 giugno 2002 il vescovo argentino Rómulo Antonio Braschi ha conferito l’ordinazione sacerdotale. Naturalmente queste donne sono state dapprima criticate severamente dalla Congregazione per la dottrina della fede, presieduta dall’allora cardinale Ratzinger, minacciate di scomunica se non si fossero pentite e non avessero chiesto perdono per lo scandalo causato. Naturalmente loro rimasero ferme nelle loro posizioni e furono scomunicate dopo pochi mesi.
La loro posizione non era certo nuova nella Chiesa, anzi, aveva radici nelle origini del cristianesimo e riguardava la posizione e il ruolo delle donne: loro, come altre attualmente in vari paesi del mondo, non accettano piú di essere oggetto di decisione da parte del magistero, totalmente in mani maschili, e vogliono diventare soggetti della propria vita di fede, cambiando i canoni interpretativi e aprendo nuove prospettive per la presenza delle donne nella Chiesa.

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L’Anticoncilio del 1869
di Cesare Sottocorno

Piú volte su queste pagine si è scritto del Sinodo della Chiesa italiana in corso di svolgimento riportando pensieri e argomenti di laici, di preti, di vescovi e di papa Francesco. Proprio partendo dall’Assemblea Sinodale, Adriana Valerio, sollecitata dal Coordinamento teologhe italiane, insieme alle colleghe Angela Russo, Nadia Verdile e Cristina Simonelli, illustra nel volume L’Anti-concilio del 1869, Donne contro il Vaticano I le problematiche di quella singolare assemblea laica lontana nel tempo, ma ancora di interessante attualità. Nella premessa, Adriana Valerio riconosce nella convocazione delle assemblee sinodali un passo avanti verso una maggiore collegialità, e perfino «una timida apertura nei confronti delle donne» dal momento che, per la prima volta, una donna, la suora francese Nathalie Becquart, parteciperà con diritto di voto.
Afferma inoltre che nella storia della Chiesa le donne sono sempre state protagoniste quasi mai ascoltate e, fin dal II secolo, la loro partecipazione ministeriale ha attraversato, come un fiume carsico, due millenni di vita ecclesiale. Nonostante nelle Chiese locali, come quelle dell’Amazzonia e della Germania, siano state affrontate e discusse tematiche quali il celibato dei preti e il sacerdozio delle donne, il cardinale Gualtiero Bassetti, fino allo scorso maggio presidente della Cei, dichiarò che «quelli non sono problemi fondamentali che in questo momento attanagliano la Chiesa e l’umanità» (27 maggio 2021).
Adriana Valerio nel saggio introduttivo riporta le parole del deputato Giuseppe Ricciardi (1808-1882) che, dopo aver chiamato a Napoli, in opposizione al Concilio Vaticano I (1869/70), «i liberi pensatori per affermare il trionfo della ragione in opposizione all’oscurantismo ecclesiastico», ricorda d’avere avuto numerose adesioni femminili all’indomani della sua decisione di convocare un Anticoncilio.

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