Portolano
Nave nuova per Emergency
di Carlo M. Ferraris
Sabato 22 ottobre sono andato al Porto Antico di Genova per visitare la LIFE SUPPORT, nuova nave di Emergency. Era una nave appoggio di piattaforme petrolifere. È stata scelta tra altre navi disponibili per alcune caratteristiche che la rendono particolarmente idonea ai salvataggi in mare e allestita nei cantieri navali del porto di Genova.
Lunga circa 50 metri e larga 12, con 25 persone di equipaggio, compreso il personale tecnico e sanitario, può accogliere, secondo le norme di sicurezza, 175 naufraghi, ma in casi di emergenza il numero può essere anche piú elevato senza pericolo, riducendo però il periodo di possibile permanenza in mare, che in condizioni normali di carico è di un mese.
Secondo lo spirito di Gino Strada, il compianto fondatore di Emergency, l’accoglienza a bordo deve essere all’altezza della dignità delle persone. Per questo è stata scelta questa nave, che ha due ponti, uno superiore scoperto e uno inferiore coperto con controllo della temperatura dell’aria. Qui possono trattenersi i migranti in condizioni umane, con spazi separati per uomini e per donne e bambini, ciascuno con toilette. Verso prua, dal ponte coperto si passa all’ambulatorio, dotato dei principali presidi di pronto soccorso e rianimazione.
La nave ha due motori per la propulsione e due eliche, una a prua e una a poppa, per gli spostamenti laterali: una grande manovrabilità per le operazioni in mare aperto e non sempre calmo. I salvataggi sono effettuati da un gommone veloce che fa la spola con la nave ed è capace di accogliere fino a 20 persone; opera affiancato da una piccola imbarcazione che nel frattempo assiste i naufraghi.
Interessante notare questi particolari che, uniti alla professionalità e alla passione di tutto l’equipaggio, danno un quadro confortante riguardo a persone che hanno passato momenti drammatici e dolorosi durante periodi anche lunghi di detenzione e sequestro.
Questa presentazione è avvenuta proprio alla vigilia di un cambio di governo ben poco benevolo, come prevedibile, nei confronti dei naufraghi e dei loro soccorritori, in particolare delle Organizzazioni non Governative (ONG) e dei loro operatori.