La meraviglia dello sport

di Maria Grazia Marinari

Tra le molte cose che devo ai miei genitori, in particolare a mio padre, spiccano l’amore per lo studio, che ha plasmato tutta la mia vita professionale e non solo; la predilezione per la lettura: a quasi dieci anni dalla loro scomparsa, ogni volta che mi capita di imbattermi in un bel libro, il primo impulso – come abbiamo sempre fatto sin dalla mia adolescenza – è provare a confrontare con babbo le emozioni e le sensazioni provate; e, infine, la passione per lo sport che, nei giorni delle olimpiadi e paralimpiadi di Tokyo (luglio-agosto 2021), mi ha fatto molto godere e riflettere.

L’estetica del gesto

Vorrei quindi provare a descrivere perché è bello, utile e arricchente apprezzare e amare lo sport. Con un pizzico di voglia di provocare e un po’ irridere i molti intellettuali o, meglio, presunti tali che si fregiano di disdegnarlo considerandolo lo storico circenses che, insieme al panem, vengono propinate alle masse per garantire l’ordine pubblico. Ho sempre sostenuto che, per me, un cucchiaio di Totti vale quanto un’opera d’arte o una scoperta scientifica. Al di là dell’affermazione in sé (magari qualcuno potrebbe preferire una prodezza diversa di qualche altro asso): vorrei sottolineare come in un alto gesto atletico siano contenute la stessa forza, novità, bellezza e superamento delle capacità comuni che caratterizzano appunto arte e scienza.
Saper giustamente apprezzare un’impresa sportiva permette di provare un godimento e un piacere immenso anche a chi non ne sarebbe minimamente capace, proprio come accade per la musica, la poesia, la pittura e tutta l’arte in generale.

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  • Impegno e commozione
  • Discipline faticose
  • Messaggi per la società