La piccola scuola di sinodalità – 4

di Cesare Sottocorno

La Fondazione per le Scienze religiose di Bologna (FSCIRE) – fondata da Giuseppe Dossetti e diretta da Alberto Melloni – e la Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna hanno organizzato una Piccola scuola di sinodalità in sette incontri, dall’8 gennaio al 19 febbraio, in cui teologi, laici e religiosi, ebrei, protestanti e, per la maggior parte, cattolici, hanno offerto considerazioni sulla dottrina e sull’organizzazione del sinodo. Tutti gli interventi saranno pubblicati in volume dalle EDB: Il gallo ne propone, incontro per incontro, una sintesi elaborata, con nostre osservazioni, da Cesare Sottocorno.

quarto incontro
La sinodalità davanti alle domande difficili

(Sintesi delle relazioni di Anna Carfora, Roberto Repole, Timothy Radcliffe)

Conclusione provvisoria

Prima di chiederci quali siano le domande difficili e immaginare quale possa essere una risposta sinodale, Anna Carfora denuncia che, dopo oltre un anno dall’avvio del percorso sinodale, la quasi totalità dei cattolici ignora di fatto l’iniziativa e solo l’1% è stato consultato. Saranno finalmente oggetto di franco confronto le domande difficili di oggi, eco di quelle che poco meno di duecento anni fa hanno determinato la condanna di Antonio Rosmini?
L’arcivescovo di Torino, Roberto Repole e il teologo domenicano inglese Timothy Radcliffe affrontano il problema della dimensione spirituale, eucaristica delle assemblee sinodali: nel sinodo è presente, come nell’eucarestia, Gesú e occorre ascoltare lui oltre alle complesse domande di cui si diceva; la seconda preoccupazione è che ciascuno si esprima e sia ascoltato con assoluta sincerità, e si costruisca una sinfonia ecclesiale capace di comporre le differenze, che non possono essere ignorate né represse. La prassi democratica offre suggerimenti procedurali, ma le assemblee sinodali mantengono una propria originalità fondata sulla categoria del dono e sulla disponibilità a cambiare. La testimonianza dei credenti si manifesta nell’accoglienza, nella cura dei marginalizzati, nella valorizzazione delle competenze, in un riconoscibile stile di vita personale e sociale.
Abbiamo imparato tanto e aperto orizzonti: sarebbero sempre necessarie anche indicazioni operative, e suggerimenti per dissipare le pesanti cortine del clericalismo.

u.b.