L’insostenibile felicità di essere soli – 1

di Domenico Cambareri

Il titolo appena letto è conseguenza dell’approfondimento de La peste di Albert Camus (1913-1960, premio Nobel per la letteratura); una sorta di sintesi estrema piú che una morale. Non sono assolutamente originale; la pandemia che abbiamo affrontato ha riportato il testo all’attenzione dei lettori (non a caso si parla di boom editoriale, in Francia ma anche in Italia). In molti abbiamo sentito il bisogno di tornare a quella letteratura che parla di epidemie: il Primo Testamento, Omero e Tucidide; ovviamente Boccaccio, Manzoni, il piú tardo Saramago e altri. E Camus.

Occorrono parole autorevoli

Proviamo a chiederci del perché questo bisogno. Tra un’ondata e l’altra del virus, da quante teorie, parole, interpretazioni siamo stati inondati? Numeri, grafici, proiezioni e algoritmi ci sono stati quotidianamente offerti dai media. Che dire poi degli interventi degli specialisti (e tacciamo quelli dei politici)? Che Babele… Anche il mito dell’algida sicurezza scientifica questo virus ha infettato. E noi? Soli e rinchiusi a tentare di orientarci tra numeri e parole a profusione. È probabile che da qui nasca – o rinasca – il bisogno di tornare a parole autorevoli necessarie per rintracciare un senso con cui orientare questo periodo.
Un senso attorno al quale i cuori e le menti possano ritrovare motivazioni fondamentali per affrontare le conseguenze della attuale crisi sanitaria. Perché questo avvenga necessitiamo di parole meditate, non divisive e capaci di raccogliere attorno a sé un popolo di lettori che ha tante appartenenze. Solo una narrazione straordinaria può dare conto di uno straordinario periodo. La letteratura – verrebbe da aggiungere il solito «la grande…» – può fare tutto ciò. È certo che Albert Camus scrisse La peste perché le intelligenze riflettessero. È quello che tentiamo di fare.

Continua sul Gallo stampato… e nel seguito:

  • Di fronte a situazioni limite
  • La banalità del male
  • La luce splende fra le tenebre
  • Unificarsi in nome della compassione