A Milano un sinodo diverso

di Cesare Sottocorno

A ventidue anni dall’ultimo sinodo diocesano promulgato a Milano dall’arcivescovo Carlo Maria Martini che, anticipando le attuali problematiche, aveva avuto come argomento la Pastorale degli Esteri, il suo successore, Mario Delpini, ha indetto il Sinodo minore della chiesa ambrosiana sul tema Chiesa delle genti, responsabilità e prospettive. Linee diocesane per la pastorale. Il sinodo, minore perché affronta un solo tema della vita della chiesa, avrà comunque un rilievo oltre i confini della diocesi ambrosiana e, se approderà a risultati convincenti, sarà un’esperienza originale di lavoro con metodo sinodale, incoraggiato da Francesco come da Delpini. Sarà un nuovo modello di organizzazione ecclesiale in superamento della struttura gerarchica che per secoli ha imposto solo le voci dell’autorità a danno della creatività e della partecipazione dei membri laici della chiesa.
Il documento preparatorio, presentato all’arcidiocesi il 14 gennaio 2018, giornata mondiale del migrante e del rifugiato, illustra il percorso di studio e di riflessione. I lavori avranno termine il 3 novembre, alla vigilia della festa di san Carlo Borromeo, con l’approvazione di un documento finale che sarà promulgato dall’arcivescovo.
Luca Bressan, delegato alla presidenza della commissione del sinodo, ha scritto che con questa iniziativa l’arcivescovo ha voluto «dare spessore e solidità a un cammino di rinnovamento avviato ormai da anni» e ha invitato tutti, in particolare i laici, a partecipare per non far mancare il proprio contributo alla costruzione della Milano del futuro. Ha quindi precisato che, con l’arrivo di nuovi popoli, persone e realtà cristiane sono chiamate non solo ad «attivare servizi di accoglienza e percorsi di integrazione, ma piú profondamente a realizzare una fraternità di diversi», espressione sintetizzata nel titolo Chiesa delle genti.
Una chiesa in atteggiamento di ascolto, secondo l’insegnamento di papa Francesco nella consapevolezza che «ascoltare è piú che sentire», una chiesa che sappia imparare e tradurre i momenti di riflessione sulle problematiche della nostra società in scelte pastorali condivise da affidare alle comunità della diocesi ambrosiana, sempre piú multietniche, perché si metta in atto quell’arte del buon vicinato illustrata dall’arcivescovo nel Discorso alla città (cfr Buon vicinato, in Il gallo, marzo 2018).
La commissione di coordinamento ha preparato alcune tracce per favorire il confronto e l’ascolto durante gli incontri. Otto sono le tracce preparate rivolte a fedeli diseguali per tipologia e che nella Chiesa hanno diverse responsabilità: i consigli pastorali, il mondo dell’educazione e la realtà giovanile, il presbiterio, la vita consacrata, le comunità dei migranti, gli amministratori locali, l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. Nella nota metodologica preliminare si precisa che ogni gruppo, se non dovesse riconoscersi nelle tracce preparate, può sviluppare un proprio percorso di riflessione. In questa prima fase sinodale di ascolto, l’invito a una partecipazione attiva è rivolto anche ad «associazioni e movimenti, realtà ecclesiali e cittadine, gruppi spontanei» tanto che è prevista una nona traccia che, periodicamente, coinvolga anche chi è lontano dal mondo ecclesiale e dall’ esperienza della fede cristiana. Si coglie l’impegno a «scrivere insieme una nuova pagina di storia, verso il futuro».