Allarmanti proporzioni del disagio giovanile

di Giannino Piana

Saranno in molti con me a rimpiangere Giannino Piana, amico e collaboratore che ci ha lasciato lo scorso 12 ottobre: il cardinale Gianfranco Ravasi lo presenta come «uno dei nostri maggiori studiosi di morale» e noi abbiamo avuto la fortuna di avere un suo contributo quasi su ogni numero del nostro Gallo. A chi volesse ancora imparare dal suo pensiero, suggerisco senz’altro la lettura di qualche suo libro, soprattutto L’alfabeto dell’etica (2017) che, in ordine alfabetico, cerca di fare chiarezza su tutti i principali problemi del nostro tempo, ma anche gli articoli scritti per noi. In futuro potremo tornare sul suo pensiero, pubblicato in decine di libri e centinaia di articoli: mi limito ora a ricordare che l’etica, secondo Piana, mira a proporre alla libertà dell’uomo una condizione di vita possibile aperta alla felicità nel senso piú alto. Etica della responsabilità significa «conferire all’agire una reale incidenza nella concretezza dei vissuti esistenziali». E ancora, con parole sue:

Una rigidità assoluta non ha senso in un tempo in cui, anche al di fuori di riferimenti religiosi, la consapevolezza introdotta dalle neuroscienze sulla presenza di aspetti ambivalenti e contraddittori nella natura esclude che possa essere elevata a termine di paragone assoluto superando l’idea di legge naturale. Oggi appare piú utile parlare di umanità.

u.b.

 

Il disagio giovanile ha raggiunto in questi ultimi anni proporzioni allarmanti, con l’emergere di non infrequenti situazioni patologiche. Molte e di diversa natura sono le cause di tale fenomeno, che è divenuto oggetto di accurate indagini sociologiche e di analisi psicologiche che ne hanno evidenziato le varie sfaccettature, risalendo alle sue origini e fornendo indicazioni preziose per affrontarlo in maniera adeguata.

Le ragioni della crisi valoriale

Un ruolo determinante nel provocare la crescita del disagio hanno senz’altro avuto i profondi e rapidi mutamenti intervenuti a livello socioculturale con l’affermarsi del paradigma tecnologico e la difficoltà a fare a esso corrispondere un parallelo adattamento della coscienza.
L’influenza esercitata dai social con il rischio di pesanti condizionamenti, l’assenza di serie prospettive per il futuro – si pensi soltanto alla questione del lavoro – e la scarsa incidenza sul tessuto sociale (anche a seguito della riduzione del numero dei giovani a causa della denatalità), con la conseguente egemonia di modelli culturali espressione dei valori di un mondo di adulti e di anziani sono altrettanti fattori che concorrono ad alimentare il disagio, che assume sempre piú i connotati di un vero e proprio malessere ontologico.
Ma, al di là di questi aspetti, che meritano peraltro grande attenzione, alla radice di questo stato di disorientamento e di paura, vi è senza dubbio una profonda crisi dei valori morali e civili, che facevano in passato da supporto al processo formativo della personalità, conferendo a essa solidità e sicurezza, A questo aspetto etico-culturale sono dedicate le brevi note che qui proponiamo.

Continua sul Gallo stampato… e nel seguito:

  • Logica del mercato nel processo di secolarizzazione
  • L’assenza di figure adulte autorevoli
  • L’universo scolastico
  • Come affrontare l’emergenza del disagio
  • Riscoprire i valori
  • La famiglia non rinunci al compito educativo
  • La scuola offra un modello culturale