Amo+cogito ergo sum
di Dario Beruto
Niente è per noi piú reale del mondo che ci circonda, ma che non si manifesta a noi per il solo fatto di esistere. L’uomo sapiens conosce il mondo attraverso eventi interni al cervello che lo fanno cosciente, ossia consapevole, di essere parte di un sistema globale dal quale è costruito, ma del quale è allo stesso tempo costruttore. E, come avviene per tutti i costruttori della storia, nel tempo ha conseguito lusinghieri successi, ma ha pure commesso molti errori.
Oggi, nell’era geologica dell’uomo, l’antropocene, gli errori accumulati ci stanno presentando un conto salato, molto salato1: terra, acque e atmosfera presentano criticità pericolose per tutti gli esseri viventi del pianeta e minacciose per il futuro delle prossime generazioni.
In questa situazione qualcuno, considerando l’uomo un prodotto, una costruzione, dell’evoluzione naturale, comincia a pensarlo malriuscito, cioè costruito male, non adatto a progettare e a realizzare il proprio futuro, individuale e collettivo. A questo punto, poiché ogni considerazione è originata da eventi interni al cervello umano, ossia dalle nostre esperienze coscienti, mi sembra interessante porre la domanda del prossimo paragrafo.
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1 Vedi Anche i sapiens dovrebbero piangere, in “Il gallo”, novembre 2019
Continua sul Gallo stampato… e nel seguito:
- Che cosa caratterizza l’esperienza cosciente?
- Una novità ricca di informazioni
- Quali funzioni cerebrali per l’esperienza cosciente?
- L’esperienza cosciente apre a molte visioni del mondo
- Ma… restano grossi ma