Carlo Carozzo
Carlo Carozzo nasce il 31 dicembre 1934, a Orsara Bormida, borgo agricolo sulle colline del basso Monferrato da una famiglia contadina, e sarà sempre fiero di questa sua origine. Ad Alessandria compie gli studi magistrali e instaura una profonda amicizia con il compagno di scuola, Adelio Ferrero, poi critico cinematografico, che influisce molto sulla sua formazione, iniziandolo, soprattutto, alla dimensione letteraria e politica.
Intorno ai vent’anni si allontana dalle pratiche religiose: trasferitosi a Genova dove insegna, nel 1960, capita al Gallo per semplice curiosità intellettuale e, a poco a poco, grazie al clima dialogante e amicale che vi trova, ritorna alla fede e si interessa sistematicamente di questioni religiose. In particolare inizia, nel gruppo, lo studio di Emmanuel Mounier, che approfondirà successivamente per proprio conto, insieme ai testi del domenicano Dominique Chenu, rimanendone fortemente segnato.
Integra la sua formazione con la lettura di scrittori all’epoca significativi come Camus, Sartre, Pavese, Calvino e, nel 1966, incontra Pierre Ganne, gesuita francese, amico personale di Mounier, escluso dall’insegnamento della teologia al tempo della grande epurazione degli anni Cinquanta. Carozzo seguirà in Francia le sessioni di studio del p. Ganne fino al 1979, anno della morte, traendo dagli incontri personali una comprensione piú interiore e esistenziale delle scritture e del cristianesimo.
Nel gruppo del Gallo diventa fra i piú stretti collaboratori del fondatore Nando Fabro e di Katy Canevaro, alla cui spiritualità si sente molto prossimo e che cura nella lunga malattia.
Presente sulle pagine del Gallo dal 1961 con note di lettura, riflessioni esperienziali e, poi, con testi di esegesi biblica e di carattere filosofico teologico, nel 1968 viene associato da Nando Fabro alla responsabilità della rivista per assumere nel 1973 la direzione del gruppo e del periodico, orientandone progressivamente le scelte in maniera coerente alla sua personalità e alla sua formazione.
Nel 1986 sposa Luciana D’Angelo con la quale, anche dopo il ritiro dall’insegnamento nel 1992, continua a costituire il centro di riferimento del gruppo e della rivista, mentre entra a far parte del comitato di redazione della rivista internazionale di teologia Concilium e consegue l’attestato del Corso triennale di Counseling 1997/ 2000 a indirizzo analitico transazionale e metodologie umanistiche e frequenta sessioni di teologia presso l’università di Lovanio.
Dal 2010 le condizioni di salute lo inducono a lasciare la direzione editoriale della rivista, mantenendo il ruolo di responsabile e la presidenza dell’associazione fino alla morte a Genova, il 12 dicembre 2019 nella certezza di una vita altra in cui il mistero si fa trasparente e la presenza degli amici eterna.