Fino alla morte in croce – 4

di Giuseppe Florio

Per terminare questo percorso, credo sia utile fare riferimento all’importanza dell’onore nella cultura mediterranea di quel tempo.
Ci troviamo di fronte a società non marcate dal soggettivismo moderno o dalle tendenze individualistiche a tutti noi note. A quel tempo ciò che veniva ritenuto importante era principalmente l’appartenenza a certe famiglie con antenati nobili e prestigiosi, o a un clan o etnia che permettesse di godere di tutti i benefici economici, sociali e culturali del caso. È in questo contesto che assume spessore il binomio onore/vergogna.

La ricerca dell’onore

Ci troviamo cosí di fronte a società agonistiche, caratterizzate dal gioco della gara d’onore, per una sfida che esige una replica. E tutto questo vale solo se c’è parità di rango. Se poi alla sfida manca la risposta, si perde l’onore. Ma decisivo è che l’onore sia pubblico, riconosciuto dalla collettività, perché solo cosí la propria personalità riceve una convalida. Su questo specifico punto è impressionante quanto il Gesú dei Vangeli vada controcorrente.
Basta citare pochi versetti molto incisivi, che preludono a una nuova cultura, a un modo nuovo d’essere.

Giunsero a Cafarnao. Quando fu in casa, chiese loro: di che cosa stavate discutendo per la strada? Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse il piú grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti (Mc 9, 33-35).

Siamo forse nella casa di Pietro, e quindi il contesto è piú che mai comunitario. Gesú, infatti, si siede, cosí come conviene al maestro, e intende chiarire bene quale sia la vera grandezza per coloro che aspirano a seguirlo. È grande, degno di onore, chi si dispone a servire, dimenticando se stesso, nella totale libertà dal desiderio di gloria. Questo è lo spirito che deve animare la comunità.
Questa affermazione di Gesú sul servire è di tale importanza che nel vangelo di Marco ritorna al cap 10, 43 e ss.
Anche nel Vangelo di Luca, Gesú non sembra condividere le preoccupazioni di natura gerarchica che spesso sono presenti nelle tradizioni religiose.

Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti. Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato piú degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: Amico, vieni piú avanti! Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato (Lc 14, 7-11).

Continua sul Gallo stampato… e nel seguito:

  • Una comunità senza gerarchie
  • I racconti della Passione
  • La grande preghiera degli umiliati