Girolamo costruttore di ponti

di Cesare Sottocorno

Nel dipinto che rappresenta san Girolamo (1605/1606), ora custodito nella Galleria Borghese di Roma, Caravaggio raffigura l’anziano studioso avvolto in un manto rosso, con in mano una penna, immerso nella consultazione di un libro. Su un piccolo tavolo è dipinta una natura morta: due volumi, uno chiuso e un altro aperto con le pagine ancora bianche, un panno che scivola verso il basso e un teschio simbolo della caducità dei beni terreni e della stessa vita.
Nel XVI centenario della morte del Santo (30 settembre 420) – a Betlemme, presso la comunità da lui fondata nelle vicinanze della grotta della Natività ˗, papa Francesco ha diffuso la lettera apostolica Scripturae sacrae affectus (Affetto per la Sacra Scrittura) per illustrare

l’imponente figura del Santo nella storia della Chiesa e la sua opera di infaticabile traduttore, esegeta, profondo conoscitore, appassionato divulgatore e interprete dei testi biblici nonché ascetico e intransigente eremita ed esperta guida spirituale.

Viaggiatore e studioso

Nell’introduzione della Lettera, Francesco racconta il momento della conversione. Il Santo, febbricitante, in una visione, si trova alla presenza del Giudice al quale dichiara d’essere cristiano sentendosi accusare di menzogna per aver anteposto, fino a quel momento, i testi classici latini, in particolare di Cicerone, agli scritti della Bibbia.

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