Imparare ad abitare
di Luisa Riva
Un tema all’ordine del giorno. Nei discorsi che si ascoltano per la strada o sui mezzi pubblici che fanno spesso trasparire diffidenza o insofferenza, nelle trasmissioni televisive dove si contrappongono posizioni estreme in confronti che facilmente degenerano con l’accavallarsi delle voci in litigi strillati e persino insulti, infine sulle pagine dei giornali che, a caratteri cubitali, danno notizia di naufragi o di episodi di criminalità i protagonisti sono loro: i migranti. Tendenzialmente se ne parla come di una massa indistinta, le singole individualità e le differenti storie si perdono nei numeri sempre piú significativi, degli arrivi o dei morti, e forse proprio perché non riusciamo a vedere davvero quei volti è piú facile il prevalere di reazioni puramente emotive: paura, inquietudine, persino odio verso ciò che in realtà non conosciamo e che troppo facilmente ci viene presentato come problema, minaccia, pericolo. Talvolta ci si spinge a riconoscere una possibile utilità del fenomeno migrazione, naturalmente con i dovuti limiti, raramente si affronta una riflessione profonda che ci aiuti a capire ciò che sta cambiando la storia.
Continua sul Gallo stampato… e nel seguito:
- Una sfida alla sovranità
- Fine dell’ospitalità?
- Un’umanità in movimento
- Identificarsi con il luogo
- Diversi significati di cittadinanza
- La condizione di straniero
- Ancora muri
Donatella Di Cesare, Stranieri residenti. Una filosofia della migrazione, Bollati Boringhieri 2017