Informatica verde, ma non troppo

di Dario Beruto

Chi nel mondo usa le varie tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TCI) probabilmente ignora o, peggio, si mostra indifferente ai danni, spesso irreversibili, che l’universo informatico e digitale produce sulla salute e la sicurezza della natura e della biosfera del pianeta.
Agli occhi di tutti si impongono con evidenza e vivo senso di impotenza gli effetti dell’inquinamento ambientale dovuto alla combustione dei fossili, per non parlare delle materie plastiche accumulate nelle discariche o disperse in ogni dove, della desertificazione di territori un tempo fertili, fino agli improvvisi e violenti eventi atmosferici. Non è però altrettanto facile vedere i fenomeni analoghi in atto come conseguenza di un esagerato utilizzo dei mezzi informatici e digitali.

Previsioni di futuro tecnologico

All’inizio degli anni ’50 del secolo scorso, in molti si insinuò l’idea che l’accelerazione costante e regolare del progresso scientifico-tecnologico fosse dovuta a una forza propulsiva identificabile e misurabile.
Fu l’informatico statunitense Gordon Earle Moore (1929-vivente), pioniere della microelettronica e cofondatore di INTEL, a formulare la legge che da lui prende il nome. Si tratta di una legge empirica che descrive lo sviluppo della microelettronica a partire dagli anni ’70: grazie alla conoscenza acquisita nei processi di progettazione e realizzazione dei circuiti integrati con semiconduttori tipo silicio, Moore osservò, infatti, che la loro complessità raddoppiava periodicamente, mentre constatava anche la possibilità di ridurne dimensioni e costo. Enunciata per la prima volta nel 1965 e ribadita nel 1974, la legge prevedeva un periodo di progressione inizialmente di 12 mesi, poi allungato a 2 anni verso la fine degli anni ’70 e assestato sui 18 mesi dall’inizio degli anni ’80.
Piú recentemente, la capacità predittiva della legge di Moore è stata sostituita da un piano di sviluppo (ITRS, International technology roadmap for semiconductors) che prescrive tutte le principali caratteristiche dei dispositivi del futuro, con previsioni di medio e lungo respiro (8 e 15 anni) aggiornate ogni 2 anni (e revisionate in modo piú lieve ogni anno). Questo piano, frutto di uno sforzo globale, mira a contenere il costo dello sviluppo di nuove tecnologie favorendo la focalizzazione sugli stessi obiettivi da parte di tutte le imprese, anche se in forte competizione sul mercato. Secondo l’ITRS, l’attuale microelettronica continuerà a svilupparsi sostanzialmente secondo la legge di Moore almeno per i prossimi 15 anni. Il piano è continuamente aggiornato, ma c’è chi ne dubita, nonostante la funzione esercitata nell’accelerazione della tecnologia informatica che, a sua volta, accelera lo sviluppo mondiale nel suo complesso. Certamente «motori a reazione piú veloci non producono raccolti di mais piú ingenti, né laser migliori consentono scoperte di farmaci piú rapide; ma processori elettronici piú veloci facilitano tutto questo»1, perché ogni innovazione nella scienza e nella tecnologia segue a ruota quella informatica.
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1 Kevin Kelly, Quello che vuole la Tecnologia, Codice 2011.

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