Informazione e coscienza

di Dario Beruto

In tutto il mondo, con l’avvento delle tecnologie informatiche e digitali, si scambiano informazioni di ogni tipo: esseri umani, devices, macchine, sistemi di gestione generano, si scambiano e incrociano enormi quantità di dati per le piú diverse ragioni, per comunicare come per produrre. Tecnologie sempre piú dominanti, cariche di potenzialità positive e di rischi e, comunque, capaci di influire sul nostro quotidiano e sulla nostra visione del mondo, hanno oggi il loro fulcro in computer dalle impressionanti capacità di elaborazione dati e di robot in grado di svolgere attività un tempo solo umane, per non parlare di un’intelligenza artificiale a portata di smartphone come ChatGPT. Alla base, dicono gli esperti, comunque, restano i principi utilizzati anche nelle macchine piú semplici, perciò un po’ di cautela occorre mettere in campo quando gli stessi esperti usano la scienza per annunciare un futuro fantascientifico dominato da macchine pensanti.
Per parlare in queste note di potenzialità e limiti di computer, robot e intelligenza artificiale, ho scelto di riferirmi a un ricercatore di fama mondiale, importante sia per le sue realizzazioni sia per la sua testimonianza di vita, anche se forse poco noto al grande pubblico italiano: Federico Faggin1.

Una biografia illuminante

Bill Gates, parlando di Federico Faggin, dice che «prima di lui, la Silicon Valley era solo la Valley», infatti, questo fisico italiano emigrato nel 1968 negli Stati Uniti è stato uno degli ingegneri chiave nella creazione nel 1971 del primo microprocessore commerciale, l’Intel 4004. Di sé, lui stesso racconta:

Sono nato a Vicenza nel ’41, ho fatto le scuole industriali. Ho lavorato alla Olivetti dal ’60. Ho capito che i transistori erano il futuro e che dovevo studiare fisica quantistica. Cosí mi sono laureato a Padova in fisica nel ’65. Nel ’68 mi sono trovato a lavorare per la Fairchild, dove ho inventato la tecnologia MOS con porta di silicio [destinata a diventare la base per la produzione di tutti i moderni circuiti integrati, ndr]2.

Nel 1974 fonda negli Stati Uniti la Zilog, una società produttrice di CPU, e nel 1986 la Synaptics, un’azienda dai due miliardi di fatturato l’anno che sviluppa soluzioni di interfacciamento umano per numerose aziende di elettronica dalla Apple alla Sony. È di quegli anni, il tentativo di «costruire computer che imparavano da soli», con le reti neurali:

Questo interesse per come funziona il cervello, negli anni 87-88, mi ha portato a chiedermi: «Ma la coscienza da dove viene?». Gli studi parlavano di segnali biochimici e bioelettrici come se fossero l’equivalente di quello che proviamo dentro di noi. Ma io quando mangio un pezzo di cioccolato sento il sapore della cioccolata. Questo, o l’amore che provo per un figlio, sono segnali elettrici? Se è cosí, mi dissi, il cervello è un computer, allora io devo riuscire a programmare un computer in modo che abbia coscienza»3.

L’impresa di creare un computer di questo genere finisce in un vicolo cieco, perciò Faggin rivolge il suo impegno di scienziato e imprenditore su altre strade che lo porteranno all’invenzione del touchpad e del touchscreen.
Eppure, nonostante tutti i successi di quel periodo, provava «una profonda scontentezza senza saperne il perché», finché, nel 1990, la sua vita ha una svolta attraverso un’esperienza straordinaria di coscienza, che si potrebbe definire mistica, come scrive lui stesso in Irriducibile, opera autobiografica pubblicata nel 20224:

Sul piano fisico il mio corpo era vivo e vibrante come non l’avevo mai sentito prima. A livello emotivo mi percepivo come una potentissima sorgente d’amore e a livello mentale sapevo con certezza che tutto è fatto d’amore. Per la prima volta nella mia vita avevo sperimentato l’esistenza di un’altra dimensione della realtà: il livello spirituale in cui una persona è tutt’uno con il mondo5.

Da allora, anche se continua a lanciare nuove imprese di successo, si dedica a indagare il concetto di coscienza: una svolta, ma anche il ritorno all’interesse già coltivato per le reti neurali e l’intelligenza artificiale.
Dal 2011, con la fondazione no-profit che porta il suo nome e quello della moglie Elvia, si dedica allo studio scientifico della coscienza, con cui sponsorizza programmi di ricerca di università e centri di studio negli Usa e in Italia6.

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1 Vedi: Federico Faggin, Silicio. Dall’invenzione del microprocessore alla nuova scienza della consapevolezza, Mondadori nuova edizione 2023.
2 Fabio Carducci, Il padre del microprocessore Faggin: «La coscienza non è un algoritmo ma creatività», www.ilsole24ore.com, 10 settembre 2022.
3 Fabio Carducci, cit.
4 Federico Faggin, Irriducibile. La conoscenza, la vita, i computer e la nostra natura, Mondadori 2023.
5 Roberto Italo Zanini, ll fisico Faggin: «La coscienza è un fenomeno quantistico», www.avvenire.it, 10 febbraio 2024.
6 Per ulteriori informazioni, vedi www.fagginfoundation.org/it/

Continua sul Gallo stampato… e nel seguito:

  • L’informazione sta nella relazione
  • L’ignoranza necessaria
  • Una irriducibile coscienza