Inquietudine e paura

di Luigi Ghia

Ringraziamo l’amico sociologo Luigi Ghia per questa ricca relazione che ha esposto nella sede genovese del Gallo nello scorso gennaio.

…Gli anziani della tribú di Elioni in Kenia mi hanno descritto l’azione del dio notturno da essi chiamato creatore di paura. «Ti compare davanti – dicevano – come un soffio freddo di vento, facendoti rabbrividire, oppure se ne va in giro fischiando nell’erba alta».

C. G. Jung
Gli archetipi e l’inconscio collettivo
(Opere, vol. 9, Torino 1980, p 16).

Nei primi anni del Novecento usciva in edizione tedesca Der Mann ohne Eigenschaften (in tre volumi, di cui l’ultimo postumo nel 1943), e successivamente (1962) anche in Italia, il romanzo di Robert Musil L’uomo senza qualità. In circa duemila pagine di un’opera incompiuta, senza conclusione (Musil morirà in esilio), il protagonista Ulrich esprime la sua motivazione a vivere saggisticamente secondo il principio etico della motivazione, nel tentativo di sfuggire alla duplice assolutizzazione dell’oggettività e della soggettività. Un modello tipicamente decadente e segnato dalla crisi di valori forti. La vita motivata (il «puro stato d’amore») viene rincorsa con molta fatica attraverso l’inseguimento di una condizione mistica in cui cadono tutte le distinzioni tra soggetto e oggetto, tra vero e falso, tra bene e male. Si riscontra in questo faticoso procedere – che dal punto di vista stilistico è fatto di allusioni, di simbolizzazioni mediate dalla filosofia, di cifre dedotte dalla sociologia – un relativismo senza appigli o punti di riferimento sicuri, una religiosità mistica, ma senza appartenenze, una intensa problematizzazione senza la forza, né la volontà, di ricercare soluzioni.

Continua sul Gallo stampato… e nel seguito:

  • Un uomo senza qualità
  • La banalità delle paure
  • La paura dell’altro
  • La solitudine del cittadino globale
  • Il corpo
  • Il mondo esterno
  • Le relazioni
  • Che cosa resta?
  • Il “porro unum”