2016 febbraio
Argomento:
LA PACE COME PROCESSO
Che cosa è la pace, quando ovunque in territori cosí disparati si assiste alla morte di persone innocenti causate da conflitti di potere che sfociano in guerre dichiarate e azioni di terrorismo? L’ondata emotiva che si alza è uno Tsunami. Un segno della paura e del timore suscitati dalle sofferenze che affliggono gran parte dell’umanità in ogni latitudine e longitudine del Pianeta.
Forse, mai come ai nostri giorni, siamo chiamati a essere sempre piú consapevoli, con le idee, i sentimenti e i fatti, che la pace è un processo che invoca, come suoi agenti, tutti noi. Gli accordi tra potenti, che difendono sempre interessi di questo o quel gruppo in palese o mascherato conflitto tra loro, talvolta sono importanti; ma la storia ci ha insegnato che non bastano. A nostro avviso, occorre che in ognuno di noi si sviluppi il gusto della pace. Ciò significa che dobbiamo assaporarla, cioè farne esperienza anche nel nostro quotidiano e non solo invocarla turbati dalle emozioni che ci prendono dopo le tragedie a cui assistiamo o da cui ci sentiamo minacciati.
Ma a quanti altri sapori, purtroppo molto piú forti, siamo ormai abituati? La violenza, la vendetta, l’indifferenza, la ricerca spasmodica della nostra sicurezza sono, tra gli altri, i sapori che ci impediscono di gustare quello della pace.
Si dice che questi sapori siano una parte della natura umana. Se questo è vero, essi sono degli invarianti che hanno accompagnato e accompagneranno, per sempre, la storia dell’homo sapiens, una chimera che si è formata nel corso della evoluzione naturale. Ma che cosa è la natura umana? Abbiamo il desiderio e anche il coraggio di cercarla e di capirla?
L’ampia documentazione fornita dal sapere scientifico e umanistico attraverso i secoli è in grado di dirci che cosa non è. Non sono i geni che sottostanno a essa, ma non sono neanche gli universali della cultura scoperti dagli antropologi. Lo stesso sapere, però, non riesce ad avere un’identità di vedute su che cosa la natura umana è. Di qui il mistero dell’uomo e dei suoi comportamenti quotidiani.
Ma forse è proprio nel quotidiano, di tutti e di ognuno, che bisogna cercare la medicina che ci permetterà di gustare la pace. Una impresa non facile, che, a nostro avviso, richiede, come dice David Grossman, «il guardarsi negli occhi»: guardare negli occhi donne e uomini che hanno sempre subito ingiustizie, non hanno mai goduto di diritti elementari, non hanno mai conosciuto la pace.
Allora, forse, riusciremo a scoprire che nel fondo dell’uomo esiste il desiderio di vivere in pace.