Leggere e rileggere – Uomo come noi?

di Carlo Carozzo

Credo non esista cristiano che, una volta o l’altra, non si sia chiesto chi è Gesú, quel Gesú a cui si rivolge in una chiesa o nell’intimità della propria casa. Chi è dunque Gesú? Un uomo con capacità particolari che gli consentivano di fare guarigioni, un uomo normale come tutti noi con i nostri stessi bisogni incluso quello sessuale? Oppure il Figlio di Dio? Il credo lo afferma chiaramente: «si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo». La questione cruciale è quella della sua divinità.
È appunto questo dubbio che il filologo gesuita belga Rogers Lenaers sviscera e argomenta nel suo Gesú di Nazaret, sottotitolo Uomo come noi?: «Gesú è un uomo come noi, benché assai piú grande e profondo di noi, in qualche modo piú simile a Dio» (p 83). In qualche pagina precedente osserva:

un fatto acquisito è poi che Gesú fu un predicatore itinerante, e che il tema principale della sua predicazione era la venuta del regno di Dio, un Dio amico dell’essere umano. Storicamente provato è che entrò in conflitto con le autorità giudaiche, che amava parlare in parabole, che si interessava degli esclusi, che aveva una singolarissima grandezza e profondità umana. Tuttavia in alcuni racconti, da moderni quali siamo, dobbiamo porre degli interrogativi critici, soprattutto là dove appare come una specie di taumaturgo che dispone di poteri magici e guarisce i malati come se fosse alla catena di montaggio, oppure quando scaccia grandi quantità di demoni, e a maggior ragione nel caso dei miracoli naturali dove diventa una sorta di stregone. Come deve reagire a tutto questo il credente moderno?
A differenza dei membri della Chiesa fedeli alla tradizione, questi non leggerà piú tali racconti come cronache attendibili, ma come narrazioni inventate, non necessariamente dagli evangelisti stessi (p 81-82).

Infatti, l’autore precisa, fin dalla prima pagina, che l’intenzione del libro è quella di demitizzare la figura di Gesú, liberandola da tutto quello di mitologico che nel corso dei secoli si è posato su di lui e che impedisce all’uomo moderno di riconoscersi in lui e di ispirare la propria vita alle sue parole. Per far questo Lenaers rilegge e demitizza la Bibbia con serie argomentazioni di ordine storico, lessicale, esegetico, rifacendosi a studi di esperti e afferma che la Bibbia non è parola di Dio, quindi infallibile, ragion per cui «non si può confermare una dottrina richiamandosi a frasi che leggiamo in un libro che si ritiene essere parola di Dio» (p 46). Riconosce però che è una parola ispirata, non eterna e immutabile, ma ispirata dove troviamo una direzione alla nostra vita. È buon senso riconoscere che Gesú era un uomo come noi, e avrà certamente avuto anche dei bisogni sessuali come noi, affrontandoli diversamente rispetto a come li affrontano mediamente gli esseri umani, cioè senza esserne dipendente, ma con una grande libertà interiore, la stessa libertà che mostrava di avere nei confronti del denaro o della fama o della critica dei suoi avversari.
Ma Gesú era anche Dio? L’autore ripercorre e confuta i passi evangelici dalla genealogia di Gesú ai racconti dell’infanzia fino alla risurrezione correlandoli alla dottrina e in particolar modo al credo. Fondamentale mi è parso l’esame dell’espressione «figlio di Dio» che fa parte del linguaggio biblico, ma non vuol dire generato, come invece affermò il concilio di Nicea dove Gesú «non solo è nato dal Padre prima di tutti i secoli, ma è Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero, generato non creato, della stessa sostanza del Padre» (p 55). Dunque Gesú è un figlio, in relazione profonda con il Padre, non il figlio, il suo unico figlio.
Passando infine alla resurrezione leggiamo:

per il credente Gesú è uno che, mosso dall’amore originario, ha messo in gioco tutto se stesso per i suoi simili: suggellando questo suo modo di essere con la morte, la sua fusione con il mistero originario che è Dio ha raggiunto il compimento. Ecco come rendere in una prospettiva moderna di fede ciò che è accaduto a Gesú nella sua morte e non siamo piú in grado di immaginare. Non possiamo piú immaginarlo perché è Dio stesso l’Inimmaginabile. È troppo facile, e dunque poco plausibile, pensare a una risurrezione corporale.
Nella visione mistica del Vangelo di Giovanni possiamo ritrovare tracce di questa concezione moderna di fede. In esso la morte in croce di Gesú è il momento della sua glorificazione o compimento. In altre parole, Gesú vive la risurrezione nella sua stessa morte in croce (p 110).

Se, a tutta prima, l’intenzione dell’Autore può sembrare demolitrice, in realtà la sua preoccupazione è quella di rendere credibili, comprensibili i racconti evangelici al lettore moderno, alla mentalità di oggi. Roger Lenaers, in fondo, reinterpreta la scritture alla luce di acquisizioni scientifiche, studi storici, di linguaggio, esegetici, ermeneutici; demitizzando offre una nuova visione al credente, restando in un’ottica di fede. Persino sulla divinità di Gesú che è la sua domanda portante termina con «un sí e anche un no». (…)

sí perché Gesú non è cittadino di un altro mondo (…) un taumaturgo o un mago onnisciente e onnipotente, un Dio in sembianze umane (…) è un uomo come noi (p 135). [E però]: Gli aspetti di normale umanità che abbiamo tratteggiato sopra non spiegano perché Gesú emanasse tanto carisma, un carisma di cui i sinottici hanno offerto un’immagine nella scena mitica della trasfigurazione al monte. In realtà, insomma, non era soltanto un uomo come noi (…) Egli parlava e agiva dimostrando un’intimità col mistero originario che chiamiamo Dio cosí intensa rispetto al livello medio degli esseri umani da risultarci irraggiungibile (p 138).

Emblematico e chiarificante della tesi argomentata in questo libro appare l’incipit preliminare:

Gesú non fa che vivere l’amore, e poiché Dio ha infuso in noi il desiderio di vivere e quindi di amare, nella figura di Gesú riconosciamo ciò che la nostra natura cerca a tastoni. Si risveglia in noi la disponibilità a seguirlo. Volgendoci a lui e facendo nostra la sua strada si compie in noi la conversione che salva. Quanto piú forte è la nostra fede in lui, cioè quanto piú intensa è la nostra affezione nei suoi confronti, tanto piú siamo interiormente salvati.

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Rogers Lenaers, Gesú di Nazaret. Uomo come noi? Gabrielli 2017, pp 144, 16,00 €.