Per una spiritualità della Kénosis
di Giuseppe Florio
A partire da una teologia della kénosis possiamo ricavare una spiritualità che dia un volto alla nostra esistenza cristiana e umana. Una spiritualità che ci consenta di affrontare a volte i limiti estremi della esperienza umana senza essere schiacciati dalla fatalità.
Se Dio non ha scelto la via del potere e dell’onnipotenza, ma ci ha raggiunto in una comunione accogliente e nella solidarietà; se ci ha raggiunto con una sorprendente umiltà, ecco la via per imparare il dono di noi stessi, per saper vivere l’alterità. È questo incontro con il Cristo che ci strappa da noi stessi e ci consente di crescere e maturare.
Siamo di fronte a un rovesciamento radicale dei valori.
Non c’è vera solidarietà senza umiltà
Paolo invita i Filippesi a sintonizzarsi con la kénosis del Cristo. Ecco la motivazione, il modo di pensare, la via da seguire anche per noi: esistere per gli altri. Perché, come abbiamo già detto, la kénosis non è fine a sé stessa. Siamo chiamati a «vivere per». Ma se abbiamo il cuore incurvato, se siamo egocentrici, se di fatto pratichiamo il culto della nostra personalità, non riusciremo mai a esprimere una vera solidarietà verso chi è nel bisogno. Ci vuole un cuore umile; il cuore del servo. L’autoaffermazione non può esprimere una solidarietà dal volto umano e cristiano. Senza l’umiltà non raggiungeremo mai la comunione verso chi ha toccato il fondo dell’umiliazione e ha realmente bisogno di noi, della nostra vicinanza. È la prossimità umile e attenta che salva e non oscura il volto dell’altro. A questo proposito possiamo ricordare le parole che solo il vangelo di Luca mette in bocca a Gesú:
Cosí anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare» (Lc 17, 7-10).
Da notare che considerarsi un servo inutile non è la premessa … ma la conclusione del servizio umilmente e fedelmente realizzato!
Continua sul Gallo stampato… e nel seguito:
- Solo l’agape ci rende «servi»
- Koinonia: la comunione dei servi