Tuam tenuit voluntatem

di Gérard Bessière

Quando i metodi «storici» di studio della Bibbia arrivarono in Francia, da oltre il Reno, nel XIX secolo, le autorità ecclesiastiche mantennero le posizioni tradizionali. La Bibbia, si affermava, era esente da errori: il racconto della creazione, la relazione da parte di Mosè della propria morte, l’avventura di Giona e tanti altri episodi rimasero intoccabili fino all’enciclica di papa Pio XII, nel 19431, che riconosceva l’esistenza di vari «generi letterari» nei libri santi.

Nel frattempo, quanti cercatori ridotti al silenzio, quanti preti eruditi cacciati dalle loro cattedre d’insegnamento! Roma aveva forgiato una parola per stigmatizzare i lavori degli esegeti e degli storici che prendevano distanza in rapporto alla lettura tradizionale: il Modernismo. Questo neologismo, che designava con un suffisso peggiorativo la ricerca moderna e le sue acquisizioni, rivelava la fissazione sul passato. Questa crisi è superata? Sí, in molti specialisti e in qualche credente colto. Ma ha penetrato lo spirito della maggioranza.

Continua sul Gallo stampato… e nel seguito:

  • Alfred Loisy, anticipatore dimenticato
  • Un anticipatore della ricerca biblica
  • Una doverosa riscoperta