Una comunità di destino

di Luisella Battaglia

Le emergenze virali e i fenomeni pandemici che abbiamo vissuto nel passato – dall’influenza aviaria alla Sars a Mers a Ebola –, generando il timore di una contaminazione generalizzata della nostra vita quotidiana, ci hanno fatto percepire il lato oscuro della globalizzazione.

Homo demens

Se l’alterazione degli ecosistemi e la sottrazione di habitat naturali alle specie selvatiche hanno favorito il diffondersi di patogeni prima sconosciuti, le catastrofi che ormai temiamo maggiormente sono quelle indotte dallo stravolgimento degli equilibri naturali e, aggiungerei, anche delle nostre difficili relazioni con le altre specie. Basti pensare al caso Mucca pazza da cui era emerso anni fa in tutta la sua drammaticità il nodo cruciale, e eticamente ancora irrisolto, del rapporto tra umani e animali e che aveva spinto Edgar Morin a chiedersi se non fosse piú appropriato parlare, anziché di mucca pazza, di homo demens… Un caso sollevato allora ˗ come oggi avviene con il coronavirus ˗ dal fondato sospetto di una trasmissione del morbo attraverso un salto di specie, un sospetto a cui non si è attribuita, a mio avviso, sufficiente attenzione, nonostante chiami in causa le enormi questioni della globalizzazione dei mercati e gli stessi equilibri politici ed economici del mondo. Ma che cosa evoca lo spillover? Non significa forse che abbiamo alterato equilibri, modificato rapporti, dimenticato sia le regole piú elementari di prudenza sia le norme di rispetto che dovrebbero governare i nostri rapporti con le altre specie? Se il dominio dell’uomo è il risultato di una lunga guerra d’indipendenza dalla natura, gli animali rappresentano i prigionieri esibiti di un esercito trionfante.

Continua sul Gallo stampato… e nel seguito:

  • Che effetto fa a un pipistrello essere un pipistrello
  • Siamo un unico ecosistema